locandina una notte al museo

UNA NOTTE AL MUSEO .. E’ DI NOTTE CHE IL MUSEO PRENDE VITA..

Sabato 26 ottobre a partire dalle ore 20 la Villa Regina Pacis presterà la scena a una serata per tutti i gusti e per tutte le età, nella quale si alterneranno teatro, musica, arte, letteratura, degustazione vino, aromaterapia, castagne e vin brulè, formazione e dimostrazione sulle potenzialità dell’Intelligenza artificiale e, naturalmente, visite guidate al Museo.

Molte collaborazioni hanno consentito l’organizzazione di questa serata, da IL DATO, che dopo un breve presentazione dello strumento consentirà l’interrogazione ai presenti su alcune pubblicazioni del Museo date in pasto all’AI, alla Biblioteca di Albino con la quale si è preparato un “gioco” che darà spunti di lettura ai partecipanti, all’Associazione Arte Sul Serio che preparerà un laboratorio di creazione di lanterne, all’Enoteca Wimpy che presenterà i vini dell’azienda vinicola di Chiuduno Caffi Locatelli nella splendida cornice della cantina della Villa Regina Pacis, all’Associazione Castanicoltori del Misma che collabora con la preparazione di borole e Vin brulè.

La serata vede anche il contributo del Comune di Albino ed è inserita all’interno del percorso “Musei che Brillano” promosso da Promoserio.

L’evento più importante sarà alle 21.15 con lo spettacolo GH’ÉRA ÖNA ÓLTA – Storie della veglia di stalla a cura del Laboratorio Teatro Officina, un viaggio a 360° nelle tradizioni popolari della provincia bergamasca. La narrazione, suddivisa in nove storie, si sviluppa intorno alla figura del “Refenìstola”, uno dei personaggi mitici della tradizione popolare bergamasca.

In linea con una rigorosa ricerca sull’uso del dialetto in ambito teatrale, l’LTO sperimenta, i temi della fabulazione e del racconto e, con un balzo all’indietro di cento anni, va a ricercarne le origini, in riferimento alle figure degli ambulanti e dei vagabondi come narratori.

Con “Gh’éra öna ólta” si è tentato, inoltre, di recuperare lo spazio “rituale” e “fisico” proprio della fiaba popolare, collocandola nella veglia di stalla, momento di riposo dai lavori agricoli.

La stalla come luogo del racconto, come luogo della lettura o dello scrivere, per chi aveva la fortuna di andare a scuola, come luogo d’incontro di una comunità.

Fra le storie riproposte ci sono “La mórta ornada” (La morta ingioiellata), “La smagia dé café” (La macchia di caffè), “Antónia, Antónièta” (Antonia, Antonietta), “Belzebù” (Belzebù), “La camisa dèl mórt” (La camicia del morto), “Iòlo e Cadéna” (Iolo e Cadena), mentre sono nuovi di zecca i racconti “Ol Barlèc – serpènt co i ale” (Il Barlec – serpente alato) e “Ol drago” (Il drago), unitamente ad alcune celebri filastrocche dell’orobica tradizione.

Facebook
LinkedIn
WhatsApp
Email
Altre notizie